Mappamondo
“Mappamondo” è il titolo del mio nuovo lavoro discografico e sarà in uscita ad Aprile 2016 prodotto dalla giovane e dinamica etichetta Emme Record Label.
Sono passati ben tre anni dall’ ultimo album “I bambini non sanno” che rappresentava una riflessione sul mondo dei bambini essendo, a quel tempo, diventato da poco padre.
Chiuso quel capitolo ho raccolto energie ed idee per raccontare una nuova “storia” quella appunto di “Mappamondo”: l’oggetto cui faccio riferimento e che tutti conosciamo, ci permette di cogliere in un solo colpo d’occhio il mondo intero; credo sia una metafora della nostra società: alcuni dei compagni di classe dei nostri figli sono cinesi piuttosto che marocchini o pakistani, possiamo mangiare cibo giapponese o indiano ormai ovunque; ci confrontiamo e scontriamo con altre culture, sulle questioni religiose; possiamo chattare on line o vedere un filmato in diretta ed in pochi secondi, da qualsiasi parte della terra; il mondo cioè si è fortemente “rimpicciolito” e lo possiamo abbracciare in un colpo solo così come il mappamondo ci da la visione d’insieme del nostro pianeta.
Il produttore del disco Enrico Moccia lo ha descritto come “una fusione tra jazz, world music, musica classica e manouche”. Definizioni di questo tipo potrebbero destabilizzare piuttosto che indicare una direzione precisa. Mi sento allora di aggiungere che Enrico Moccia ha ragione nel senso che in ogni brano (7 tracce) troveremo quegli ingredienti “impastati” da una sola coppia di mani: non si è trattato di scrivere brani in un certo stile piuttosto che in un altro; lo stile era il mio, ma gli ingredienti differenti: troveremo reminiscenze di musica jazz, classica, tango, manouche, pop e in una sola parola, forse, world music.
Quello che mi preme sottolineare è il fatto che al giorno d’oggi per vari motivi comporre musica che definirei “WEB MUSIC” non costituisce più un esempio di ricerca ma piuttosto di attualità e normalità.
Comporre una musica che richiama il tango anche se non si è argentini non è scandaloso o anormale. Perché? Perché magari ho un amico argentino col quale chatto regolarmente e che mi parla della sua vita e del suo paese; perché magari dietro casa c’è un ristorante con specialità argentine e gestito da argentini; perché vado su youtube e vedo un filmato su usi e costumi argentini. Queste cose da tempo le potevo reperire ma oggi sono una cosa comune e di rapida consultazione ovunque io mi trovi: sono entrate o stanno entrando nella nostra vita quotidiana.
Nascono così brani come “Save tango” o “ Lontano da dove?” i cui titoli alludono già all’essenza “filosofica” del disco: da cosa siamo veramente lontani oggi?
In essi troviamo tracce di musica argentina (tango), funky, jazz e musica classica piuttosto che jazz manouche o pop ma comunque senza il timore di creare una accozzaglia di stili: ripeto, non sono omaggi a stili diversi ma un mio stile che inevitabilmente si fonda su una tavolozza di generi musicali che nel tempo sono diventati parte della mia quotidianità, della mia musica, del mio intendere la cultura!! (di quotidiana fruizione non solo a livello musicale ma anche culturale.)
Il brano d’apertura s’intitola “Gianni” ed è dedicato alla memoria di mio padre che molto ha rappresentato per la mia carriera. L’ ‘urlo’ dell’intro è un atto liberatorio ed è musicalmente affidato al forte impatto sonoro di un quartetto di sax.
Mi sento infine di spendere due parole sul brano sinfonico “III Sides of a Life” che è un po’ la summa di quanto detto. E’ un brano per orchestra e quindi per definizione, unisce elementi diversi e variegati. E’ una sorta di riassunto della mia vita “musicale” e rappresenta la realizzazione di un sogno da tempo bramato.
Per la realizzazione del disco ringrazio di cuore tutti i miei collaboratori: Matteo Zucconi, Giovanni Po, Simone Valla, Massimo Tagliata, Andrea Burani e Giorgio Nonnato, Max Fischer e Francesco Lupi. Un grazie speciale a Matteo Ferrari e tutti i membri dell’orchestra.
Grazie al mio manager ed ufficio stampa nella persona di Erica Simone e al produttore Enrico Moccia per aver creduto nel progetto.
Enrico Zanella
ah e……fatemi sapere cosa ne pensate! Buon Ascolto